Giorgio La Pira. Il santo del bene comune Verso l’apertura del processo di beatificazione

giorgio la pira«La politica è la forma più alta della carità». Questa frase di Paolo VI sintetizza in modo magistrale una vita spesa in favore del bene comune. In un periodo in cui la politica da alcuni è additata come male assoluto e orientata all’interesse personale si avverte forte l’esigenza di avere rappresentanti che indirizzino la propria attività per risolvere i problemi dei poveri e dei bisognosi.

Per una politica che fa prevalere il bene comune e la carità occorrono virtù. Quelle virtù eroiche, richiamate da papa Francesco nell’autorizzazione alla Congregazione delle Cause dei Santi, primo passo verso l’apertura di un processo di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio Giorgio La Pira. Un politico che è stato uno dei padri della Costituente, deputato, Sottosegretario al Lavoro, Sindaco di Firenze per due mandati, in prima fila per garantire un tetto agli sfrattati, una garanzia di lavoro ai disoccupati e più tutele per vecchi, malati e bambini. Ha rivolto la sua attenzione anche alle problematiche internazionali: guerra fredda, questione mediorientale e pace nel Mediterraneo.

Il suo impegno e la sua azione derivavano di una profonda base cristiana e cattolica, ispirata a San Tommaso d’Aquino, manifestatasi nella sua visione dello stato democratico fondato sul concetto di città pluralista, dove «non c’è posto per razzismo, xenofobia e intolleranza perché in essa viene garantito il rispetto delle diverse fedi compatibili con il Bene Comune». Temi profetici se si pensa a ciò che stiamo vivendo oggi.

Dichiarare venerabile un politico come La Pira è un giusto riconoscimento per la sua integrità e il suo impegno pubblico, esempio tangibile per tanti cittadini e amministratori che ogni giorno, pur potendo «osare», avvertono il pericolo di essere additati come visionari solo perché hanno la volontà di migliorare il bene comune, volgendo lo sguardo a tutti, in particolare ai più fragili, senza interessi personali o di pochi. Un tema questo del bene comune ripreso più volte dalla Chiesa e che nella «Gaudium et Spes» è definito come «l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione».

Ancora risuonano le parole di Giorgio La Pira «Ho un solo alleato: la giustizia fraterna quale il Vangelo la presenta», che il Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei, ha ricordato nell’aprire a Cagliari la 48esima Settimana sociale: «Queste semplici parole – che costarono a La Pira l’accusa di essere un ingenuo sognatore – sono ancora oggi valide. Perché non sono soltanto delle parole, ma rappresentano la traduzione dei più importanti principi cristiani in ambito politico. La nostra vocazione sociale consiste in questo: nel coniugare il pane e la grazia, il diritto al lavoro con la libertà religiosa in un mondo plurale».

La Pira venne a Cagliari in occasione della Settimana sociale del 1957, invitato dall’organizzazione e tra gli altri da Paolo De Magistris, che ne avrebbe seguito le orme diventando sindaco qualche anno dopo. Un sindaco ancora oggi, a vent’anni dalla sua scomparsa, ricordato come esempio d’integrità morale e sobrietà, che ha saputo interpretare il ruolo pubblico come attività di servizio in un’ideale linea di congiunzione con l’operato di Giorgio La Pira.

Figure esemplari di amministratori che interpretano la politica come forma alta di carità dedicata al bene comune.

Francesco Piludu – Coordinatore regionale di Anci Giovani

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