Francesco Deffenu: «Il Signore mi ha donato tutto» Il giovane sarà ordinato sacerdote venerdì 29 giugno a san Pietro in Assemini
Francesco Deffenu, ha 25 anni ed è originario di Assemini. Cresciuto nella comunità parrocchiale di San Pietro, fin dall’età di 8 anni ha prestato servizio all’altare: come ministrante non si è mai perso una celebrazione.
L’esempio dei sacerdoti e dei seminaristi di cui era circondato, durante gli anni della scuola media, lo hanno spinto a partecipare agli incontri del pre-seminario.
Nel 2006 è entrato nella comunità del Seminario minore, dove la vita è stata una vera e propria occasione per mettersi in gioco. «Non sempre – afferma – ci sono riuscito appieno e come in tutte le famiglie ci sono state sia le gioie che le difficoltà, ma tutte le cose importanti per il mio cammino le ho imparate in quegli anni: il resto è stato un approfondire ciò che già mi era stato trasmesso. All’esperienza del Seminario, oltre alle tante esperienze estive, penso in particolar modo al mio impegno estivo come animatore in oratorio».
Dopo gli studi al liceo statale «Siotto Pintor» e quelli al liceo salesiano «San Giovanni Bosco», arriva la maturità classica nel 2011, con proseguimento, su proposta di monsignor Giuseppe Mani, del cammino a Roma, al Seminario romano maggiore, e gli studi alla Pontificia Università Gregoriana, conseguendo il baccalaureato in filosofia e teologia.
Ritornato stabilmente in diocesi per volontà di monsignor Miglio ha concluso il percorso formativo al Seminario regionale sardo e alla Facoltà Teologia, seguendo l’iter previsto per il sesto anno pastorale. L’8 gennaio 2017 l’ordinazione diaconale e dallo scorso 1 ottobre l’incarico di animatore al Seminario arcivescovile, anche se il servizio con l’Ufficio diocesano di Pastorale per le Vocazioni, è iniziato l’anno prima.
Ora l’ordinazione presbiterale: conclusione di un percorso o avvio di una nuova fase?
Certamente segnerà un passaggio importante, la conclusione di una fase. Metterà un punto fermo: sarò sacerdote per sempre. Ma non lo concepisco assolutamente come un punto di arrivo anzi, semmai, proprio come un punto di partenza. Il punto di partenza di un progetto bellissimo che il Signore ha preparato per me fin dall’eternità del quale, però, non conosco alcun dettaglio in merito. Ma il bello dell’affidarsi a Dio è proprio questo. Per qualche anno sarò il prete più giovane in Diocesi e sicuramente ho ancora tanto da imparare, ne sono consapevole. Desidero mettermi alla scuola del Maestro, del Vescovo e dei miei confratelli. Non mi ritengo assolutamente un “arrivato”.
Alcuni anni formativi trascorsi a Roma. Quanto sono stati importanti?
San Giovanni XXIII scrive nel Giornale dell’Anima: «Abbandonando la Santa Città… ho pur sentito di lasciare a Roma e nel Seminario Romano gran parte di me stesso». L’esperienza al Seminario Romano mi ha segnato tanto e anche l’esperienza pastorale in alcune parrocchie romane. È stato un allargare i miei orizzonti, verso quelli più ampi della Chiesa Universale. Non esistono confronti, ma solo fare tesoro delle cose apprese, per poterle unire al tesoro già presente nelle nostre realtà locali.
Familiari e amici cosa pensano dell’ordinazione sacerdotale?
Non ho mai trovato particolari ostacoli, né in famiglia né tra i miei amici, e nei casi rari in cui la mia scelta non è stata condivisa, ho sempre trovato però il rispetto. C’è tanta gioia intorno a me, soprattutto perché questo è un dono grande che non riguarda solo me. Certamente sono sempre stato accompagnato con tanto affetto. Davvero il Signore non mi ha tolto nulla e mi ha dato tutto.
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