Maggio, il mese mariano per eccellenza, tra devozione e liturgia

rosarioLa pietà popolare è una realtà viva nella Chiesa e della Chiesa. Il culto mariano ha caratterizzato il cammino del popolo di Dio nei secoli e nelle varie culture non solo nella liturgia, ma anche attraverso molteplici espressioni devozionali che esprimono l’inculturazione del vangelo. Il Magistero della Chiesa riconosce l’importanza di tali pratiche cultuali per la vita di fede del popolo cristiano, per la conservazione della fede stessa e come forma di evangelizzazione.

Queste devozioni sgorgano dalla fede del popolo di Dio verso Cristo e la Vergine Maria, ritenuta non solo Madre del Signore e del Salvatore, ma anche, sul piano della grazia, Madre di tutti i cristiani. I fedeli comprendono il legame vitale che unisce il Figlio alla Madre, allo stesso modo intuiscono che sua Madre è anche loro madre. La sentono il fiore più bello sbocciato dalla creazione, la rosa apparsa nella pienezza del tempo, quando Dio, mandando il suo Figlio, ha donato al mondo una nuova primavera.

Maggio è considerato dalla pietà popolare il mese mariano per eccellenza e in parte coincide con i cinquanta giorni del Tempo di Pasqua. Sarà opportuno armonizzare i contenuti di questo mese con il concomitante tempo liturgico. La devozione dovrà mettere in luce la partecipazione della Vergine al mistero pasquale e all’evento pentecostale. Il Tempo di Pasqua infatti è un continuo contemplare l’azione di Cristo e del suo Spirito nella Chiesa nascente e la presenza di Maria che accompagna i primi passi della comunità cristiana.

Come possiamo vivere il mese mariano sia dal punto di vista liturgico che devozionale?

Nel mese di maggio si celebrano due feste liturgiche mariane. La più importante è la festa della Visitazione della Beata Vergine Maria il 31 maggio, che ricorda la visita di Maria Vergine alla sua parente Elisabetta dopo avere ricevuto l’annuncio che sarebbe diventata madre di Gesù per opera dello Spirito Santo. In questa veste Maria è chiamata «Madonna della Visitazione» o anche «Maria Santissima della Visitazione». L’altra ricorrenza liturgica è la memoria di Nostra Signora di Fatima il 13 maggio, che ricorda le apparizioni mariane avvenute a Fatima ai tre piccoli pastori, Francisco, Giacinta e Lucia, a partire dal 13 maggio 1917. Nel 1930 la Chiesa ha proclamato il carattere soprannaturale delle apparizioni e ne ha autorizzato il culto.

Una pratica della pietà popolare propria del Tempo di Pasqua è l’antifona Regina cæli, che si recita al posto dell’Angelus Domini per disposizione di papa Benedetto XIV (20 aprile 1742). Risalente al secolo X-XI, il Regina cæli congiunge il mistero dell’incarnazione del Verbo con l’evento pasquale.

Un’altra pratica devozionale è la Supplica alla Madonna di Pompei, che si recita l’8 maggio. Il Rosario rimane comunque la preghiera mariana più diffusa e amata presso il popolo. Preghiera di impronta biblica, è incentrata sulla contemplazione degli eventi salvifici della vita di Cristo, cui fu strettamente associata la Vergine Maria. La recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e dovrebbe favorire la contemplazione dei misteri della vita del Signore con lo sguardo della Madre. Il mese di maggio è un’opportunità per riscoprire la preghiera del Regina cæli e del Rosario, magari insieme ad amici in una piccola comunità, in famiglia o in mezzo alla natura, accanto alle feste liturgiche mariane del Tempo di Pasqua.

Marco Ambu

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