Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo, solidale Messaggio dei Vescovi sardi in vista della Settimana sociale

epa04151030 A handout photo provided by the Vatican media service 'Osservatore Romano' shows Pope Francis as he talks to Alcoa redundant workers from Sardinia at the end of his Wednesday's General Audience in Saint Peter's Square, in Vatican City, 02 April 2014. EPA/OSSERVATORE ROMANO/HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Pubblichiamo il testo integrale del Messaggio che i Vescovi della Sardegna hanno reso noto in vista della Settimana sociale.

Siamo ormai prossimi alla celebrazione della 48ma Settimana Sociale dei cattolici italiani, sul tema «Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo, solidale».

Essa si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre, e ciò sollecita noi cattolici della Sardegna a riflettere con ancor più attenzione sul significato del lavoro e sulle modalità con cui viviamo i grandi e complessi problemi ad esso collegati.

Noi Vescovi, per la responsabilità pastorale verso le nostre Chiese, vogliamo perciò richiamare tutti a non perdere questa occasione: anche noi possiamo contribuire ad «aprire processi» (EG 222-225) positivi utili a superare i problemi spesso drammatici del mondo del lavoro e ad affrontare con speranza le prospettive future.

Non è la prima volta che invitiamo a questa fatica. A pochi mesi dal pellegrinaggio di papa Francesco a Bonaria nel settembre 2013, vi abbiamo indirizzato la Lettera pastorale «Un cammino di speranza per la Sardegna» su alcuni urgenti problemi sociali e del lavoro, e da allora abbiamo continuato ad accompagnare premurosamente l’evoluzione delle tante situazioni di crisi che purtroppo periodicamente si ripresentano nelle diverse realtà industriale, agro-pastorale e in tutti gli ambiti lavorativi della nostra Regione.

Come cristiani non possiamo dimenticare che il lavoro è sempre al servizio dell’uomo e non il contrario, e che la dignità della persona umana, che passa anche dal lavoro, non è mai calpestabile.

L’impegno della Settimana sociale è già iniziato in quest’anno di preparazione: anche nelle nostre diocesi si sono svolti sei incontri, con importanti contributi di persone competenti e appassionate.

Esso dovrà continuare anche dopo il convegno di Cagliari.

Vogliamo aprire lo sguardo non tanto ai numeri e alle statistiche, ma alle persone, alle vite concrete, alle speranze oltre che alle delusioni, con attenzione alla dignità di ognuno e alla solidarietà, prendendo coscienza delle presenti criticità, a partire dalla allarmante situazione della disoccupazione giovanile, ma anche guardando con attenzione alle esperienze lavorative e alle buone pratiche esistenti e dando nuovo impulso a risorse come l’artigianato, l’agricoltura, il turismo, per contribuire a trovare nuove strade e proporre all’intera società italiana una direzione di marcia che porti a superare la crisi in cui essa versa da troppi anni.

Chiediamo a tutte le nostre Comunità cristiane, a tutte le persone di buona volontà e in particolare a chi ha doveri istituzionali, di aprirsi concretamente a questo impegno e di accompagnare con responsabilità, nella preghiera e nella riflessione, la Settimana sociale dei cattolici italiani, perché anche la nostra Chiesa di Sardegna, collaborando responsabilmente al progetto originale di Dio Creatore (cfr Gn 2,8 ss), concorra a realizzare il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale.

Affidando questo nostro cammino di ricerca e di rinnovamento all’intercessione di Nostra Signora di Bonaria e dei nostri Santi, chiediamo per ciascuno e per ogni famiglia la benedizione del Signore.

I Vescovi della Sardegna

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