Mattarella: «Cultura e libertà, pilastri dello sviluppo» Per il Capo dello Stato la cultura è un elemento capace di proporre soluzioni ai contrasti.
Il 397esimo anno accademico dell’ateneo cagliaritano, inaugurato il 2 ottobre a Palazzo Belgrano, vanta la «benedizione» del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il Capo dello Stato, accolto all’aeroporto Mario Mameli dalla prefetta di Cagliari Tiziana Giovanna Costantino, ha raggiunto la sede del rettorato in via Università poco prima dell’inizio della cerimonia.
Accolto dalla padrona di casa, la rettrice Maria Del Zompo, Mattarella ha partecipato alla solenne inaugurazione sedendo accanto al presidente della regione Francesco Pigliaru e al sindaco metropolitano Massimo Zedda.
In sala erano inoltre presenti diverse cariche istituzionali tra le quali parlamentari sardi, rettori di altre università, l’arcivescovo di Cagliari e istituzioni militari.
Ad aprire la cerimonia è stata la relazione della professoressa Del Zompo che ha sottolineato «il ruolo strategico dell’università, quale sede dell’elaborazione e della diffusione del sapere».
Durante il discorso la rettrice ha ricordato diversi dati relativi all’ateneo del capoluogo, che vanta numeri positivi su diversi fronti. Secondo l’analisi fornita dalla professoressa il totale degli iscritti è di 24.778, tra i quali 3.903 sono gli immatricolati e 3.111 laureati nell’ultimo anno solare.
Per la rettrice «quella cagliaritana è un’università aperta al mondo, con 133 accordi quadro con università straniere, 1.029 studenti in mobilità in uscita con Erasmus e Globus e 310 in ingresso».
Dopo l’intervento d’apertura sono state diverse le relazioni che si sono susseguite, da quella del presidente del consiglio degli studenti a quella della rappresentante del personale tecnico amministrativo nel consiglio di amministrazione.
A chiudere il ciclo di interventi previsti durante la cerimonia è stata invece la prolusione della professoressa e senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha incentrato la sua lectio magistralis sulla ricerca come volano della conoscenza e dell’etica pubblica.
Non era inizialmente previsto l’intervento del presidente Mattarella che ha comunque preso la parola, intrattenendo i presenti con un breve discorso.
Dopo i ringraziamenti e i saluti ai presenti, alla città e al popolo sardo, il Capo dello Stato ha esordito con un appello al dialogo, facendo riferimento alle ultime vicende legate alla Catalogna.
«In questi giorni – ha detto – in tutta Europa abbiamo ancora una volta verificato che, quando prevalgono scontro ed esasperazioni di posizioni, si allontanano le soluzioni positive. La cultura può fornire supporto per il dialogo e il confronto che consenta di addivenire a soluzioni condivise».
Cultura e libertà sono dunque i due pilastri citati da Mattarella sui quali si fondano lo sviluppo e il dialogo.
Per il presidente «la cultura è veicolo di libertà, di quella che costituisce un bene indivisibile perché non può essere goduta da soli. La libertà – ha precisato – è piena se si realizza insieme agli altri che sono attorno a noi. E non può definirsi tale se c’è accanto a noi chi ne è privo».
Dopo l’appuntamento in Rettorato la visita del presidente è proseguita con una tappa privata nel museo archeologico, dove Mattarella ha potuto ammirare la parte dedicata ai Giganti di Mont’e Prama.
Nel pomeriggio invece, a bordo dell’aereo presidenziale, Mattarella è atterrato all’aeroporto Fenosu di Oristano, da dove ha raggiunto Ghilarza, per visitare la Casa museo Antonio Gramsci e infine assistere alla presentazione dell’ottavo volume della edizione nazionale degli scritti di Gramsci.
Maria Luisa Secchi
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