Il Triduo santo nel centro storico di Cagliari Numerose e variegate le iniziative che si rinnovano in centro città in occasione della Settimana più importante dell’anno per i fedeli. Il ruolo fondamentale della Confraternite nel tramandare i riti

EvidenzaCon la domenica di Pasqua e le processioni de «s’incontru», organizzate dalle diverse parrocchie, giungono a conclusione i riti della Settimana Santa che, dalla domenica delle Palme, hanno animato le vie degli storici quartieri di Cagliari.

L’Amministrazione comunale ha dichiarato che i riti non appartengono esclusivamente ai fedeli o alle Confraternite ma sono ormai nel cuore di tutti i cagliaritani e fanno parte della tradizione cittadina.

Sono diverse le Arciconfraternite che, da secoli, preservano e tramandano i riti legati alla Settimana Santa: quella del Gonfalone, meglio nota come di sant’Efisio, quella della Vergine della Solitudine, quella del Santissimo Crocifisso. A queste si aggiunge la congregazione degli Artieri di san Michele Arcangelo.

Il 7 aprile si è tenuta la processione del venerdì di passione, organizzata dalla Confraternita del Santissimo Crocifisso, con partenza dalla piazza san Giacomo. Il venerdì santo sono stati portati in processione i simulacri del Cristo Morto e della Vergine Addolorata, mentre il sabato santo è stata unicamente quest’ultima la protagonista.

La congregazione degli Artieri di san Michele ha curato la Processione dei Misteri, svoltasi martedì Santo. Sette simulacri, cinque dei quali dell’artista Giuseppe Lonis, raffiguranti diversi momenti della passione di Cristo, sono stati condotti lungo le vie del centro storico in diverse chiese, con partenza e arrivo dalla chiesa di San Michele. A questa processione hanno preso parte anche le altre confraternite cittadine e alcune della diocesi. Questo evento ha rappresentato un particolare momento di integrazione in quanto hanno preso parte alla processione anche alcuni fedeli di altre nazionalità ma oramai residenti da anni nel quartiere di Stampace. «La Processione dei Misteri è una tradizione che si ritrova in diversi Paesi del Mediterraneo e nelle regioni del Sud Italia», racconta Gianni Agnesa, uno dei promotori, che rivolge un commosso pensiero a padre Francesco Botta. «Fu il padre gesuita, nel 2005, a dare — spiega — un significativo slancio alla ricostituzione della Confraternita, affinché il quartiere potesse nuovamente godere di questa importante tradizione».

Tra le processioni più suggestive del venerdì Santo, la più sentita e partecipata è la processione del Cristo Morto, promossa dalla Arciconfraternita della Vergine della Solitudine, accompagnata dai canti della passione dei cantori di san Giovanni.

Molto partecipato anche il solenne rito de «Su Scravamentu» celebrato la mattina del sabato santo presso la Cattedrale.

L’Arciconfraternita del Gonfalone di sant’Efisio, infine, ha vissuto durante il martedì santo la vestizione a lutto della Madonna Addolorata e del santo guerriero. Particolarmente intenso è stato il giro delle sette chiese dopo la messa del giovedì santo, momento in cui viene sciolto un primo voto al martire.

Un secondo voto sarà invece sciolto il lunedì dell’Angelo con la processione votiva in Cattedrale.

Al rientro dalla  processione nella piazza sant’Efisio sarà benedetto il cocchio di buoi prescelto per accompagnare il simulacro del santo in occasione della festa di maggio, quando sarà sciolto così il terzo e più famoso voto.

La Settimana Santa esprime non solo il culmine dell’esperienza di fede, ma anche un decisivo momento di comunione tra le diverse Confraternite, preziose risorse nella delicata e importante opera di custodia delle tradizioni più antiche della città.

Emanuele Boi

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