Voi siete sale della terra, voi siete luce del mondo V Domenica del tempo ordinario (anno a) - 5 febbraio 2017
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
(Mt 5, 13-16)
Commento a cura di Emanuele Mameli
Immediatamente dopo le Beatitudini, proclamate nella liturgia di domenica scorsa, l’evangelista san Matteo, riportando i versetti con le successive parole di Gesù, proprio quelle del brano di questa domenica, sembra quasi voler dire: ecco che cosa siamo chiamati a diventare se, nella nostra vita, viviamo nello spirito delle Beatitudini e della parola di Gesù. Non possiamo non essere che sale della terra e luce del mondo. La vita nuova che Gesù è venuto a portare in mezzo a noi diventa reale, attuale, accessibile e può diventare importante e significativa per gli uomini di oggi, nella misura in cui noi stessi, raggiunti, toccati, trasformati dall’amore di Gesù, in tutto ciò che siamo, diciamo, facciamo, da come orientiamo la nostra vita, uscendo da noi stessi, sappiamo essere come il sale che insaporisce e come luce che illumina, come sale che da sapore, che preserva dalla corruzione e che aiuta a conservare.
Allora sono sale della terra quando vivo la Parola di Dio e le resto fedele donando così nuovo sapore, il sapore di Dio stesso, alle mie azioni e alle scelte della mia vita.
Sono sale della terra quando non relego la mia amicizia con Gesù solo ed esclusivamente ad alcuni momenti, ad alcune circostanze ma quando insaporisco ogni attimo, ogni cosa che faccio, ogni incontro con l’amore stesso con cui Gesù mi ama.
Sono sale della terra quando non svendo e adatto la mia libertà, il mio pensiero e il mio agire a ciò che fa più comodo, a ciò che fanno tutti e a ciò che non procura problemi, pronto, piuttosto, a pagare di persona per la verità, per custodire la fede, per dire la parola nuova del Vangelo e per scegliere senza lasciarmi sedurre dalle suggestioni del peccato e scendere a compromessi con il male.
Sono sale della terra quando so riconoscere tutto ciò che può corrodere il mio cuore e la mia mente, e mi adopero per aiutare chi sta accanto a me a saper camminare nella strada dell’amore per Dio e per i fratelli.
Ma se il sale perde il sapore? Perdere sapore vuole dire smettere di essere e di vivere così come Gesù ci ha insegnato, vuol dire rendersi conto di essere insipidi, insignificanti per sé e per gli altri, perché non ci si affida più a Dio e perché la novità del Vangelo non ha più presa nella nostra vita. Come luce che illumina e, anche se proviene da una piccolissima fonte, diventa punto di riferimento nel buio.
Sono luce del mondo se, io per primo, mi lascio illuminare dalla luce di Gesù e lo seguo, se nella preghiera e nell’ascolto della parola di Dio permetto al Signore di accendere in me la fiamma della sua presenza per offrire agli altri parole e opere ispirate da Dio, quelle che costruiscono, che creano legami e che edificano cuori nuovi.
Sono luce se faccio mie le parole del profeta Isaia: «Se toglierai di mezzo a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio», e in me faccio spazio per chi si trova nel bisogno e nella necessità.
Sono luce del mondo se scelgo di non acconsentire alla menzogna, alla critica e al giudizio gratuito, se non mi nascondo nelle chiacchiere che distruggono persone e situazioni, preferendo sempre e comunque la verità, il parlare sincero e corretto e di volere sempre il bene di chiunque e non la sua distruzione.
Sono luce se faccio tutto con gratuità, per vero amore, disinteressato e senza secondi scopi, perché risplenda sempre quell’amore più che grande che abita in noi, l’Amore di Dio Padre.
Sono luce se non nascondo la mia fede ma, anche quando costa, con semplicità, umiltà e con grande fermezza in parole e opere annuncio che con Gesù non posso che non mettermi dalla parte della verità, della giustizia, della carità, della fraternità, dalla parte della Vita, nella vita di ogni giorno.
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