Troppi incidenti sulle strade sarde Il mancato rispetto del Codice della strada è la vera piaga che ha fatto registrare l’incremento di vittime sulle arterie dell’isola, oltre 100 nell’ultimo anno
Se solo si seguissero le regole del Codice della strada il numero degli incidenti sarebbe di gran lunga inferiore. Così il capo compartimento della Polizia stradale, Giuseppe Gargiulo, sintetizza le ragioni dell’incremento esponenziale dei sinistri, troppo spesso mortali, che, nell’anno che volge al termine, stanno caratterizzando la Sardegna. Solo negli ultimi giorni sono quattro le vittime in incidenti dovuti alla distrazione del cellulare o alla velocità eccessiva.
La rete viaria isolana ha di certo ha qualche problema, ma è soprattutto l’atteggiamento troppo spavaldo e dissacratorio delle regole che fa registrare un morto ogni tre giorni sulle strade della Sardegna. «Il 25% degli incidenti ─ afferma il Comandante ─ si verifica nella provincia di Nuoro, a seguire in quella di Cagliari, Sassari e in quella di Oristano. Le cause sono note: velocità, uso del telefono cellulare e sorpassi azzardati, le più frequenti, insieme alla guida in stato di alterazione da alcool o sostanze stupefacenti».
Un discorso a parte meritano i sinistri dovuti a improvvisi ingombri sulla carreggiata come la comparsa di animali, una delle cause più frequenti sulle strade del nuorese.
La Sardegna è una delle regioni italiane in controtendenza: mentre nel resto della Penisola i sinistri sono in calo qui da noi sono in aumento. Anche la recente istituzione del reato di omicidio stradale sembra non aver avuto nessun effetto deterrente nella nostra Isola, dove ci sono stati quattro arresti con questa accusa senza che però sia seguita la pena prevista. In Gran Bretagna c’è chi chiede l’ergastolo per chi provoca incidenti mortali quando non rispetta il Codice della strada.
La Polizia stradale in Sardegna è impegnata in un profondo lavoro di ridefinizione degli assetti, specie nella presenza sul territorio. Suddivisa in 4 sezioni e 14 distaccamenti, di cui tre in provincia di Cagliari, 8 in quella di Nuoro e 3 in quella di Sassari, la Stradale ha un organico ridotto del 25-30% rispetto alle necessità per assicurare un capillare controllo del territorio. Ci sono arterie di grande traffico come le statali 131 e 130, la statale 389, la 125 e la 195, così come la Sassari-Olbia che avrebbero necessità di una sorveglianza costante 24 ore al giorno. «Nella ridefinizione degli organici e dei presidi ─ prosegue ancora Gargiulo ─ stiamo tenendo conto, con le organizzazioni sindacali, da un lato delle necessità degli agenti dall’altro della copertura dei turni e del territorio affidato. Abbiamo verificato che la presenza della pattuglia lungo le strade viene percepita come deterrente alla velocità eccessiva, non solo al momento del passaggio nei pressi della postazione ma anche per diversi chilometri. Per cui basterebbe averne tre lungo la Carlo Felice per essere certi che molti automobilisti vadano alla velocità prevista lungo quella strada».
Un fattore da non sottovalutare è poi quello della prevenzione e dell’educazione. «Abbiamo portato avanti ─ dice ancora il Comandante ─ il progetto “Icaro” nelle scuole, che comprendeva anche il film “Young Europe”. Si tratta di un’iniziativa cofinanziata dalla Commissione europea, che rientrava in un progetto della polizia stradale italiana e di quelle di altri Paesi europei, per sensibilizzare i ragazzi a guidare in modo più prudente. Sono stati coinvolti oltre 50 mila studenti di 80 città italiane con buoni risultati».
Prevenzione, educazione e rispetto delle regole. In questi tre elementi si gioca la riduzione del numero di sinistri, e, di conseguenza, anche quello delle persone che muoiono o restano gravemente menomate, con costi altissimi in termini economici e sociali.
«Lo ripeto anche ai miei figli ─ conclude Gargiulo ─ è meglio arrivare cinque minuti dopo che rischiare la propria vita e quella degli altri, correndo a velocità superiore a quella consentita. Prima capiamo questo, prima vedremo ridurre il numero di vittime sia in città, dove le distrazione sono le prima cause di incidenti, sia nelle arterie extraurbane: qui la velocità provoca la maggior parte dei feriti e dei morti».
Roberto Comparetti
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