Fra Nicola beato da 25 anni. In attesa della canonizzazione di «frate silenzio» 

Sono passati 25 anni dalla beatificazione di fra Nicola da Gesturi, in piazza San Pietro il 3 ottobre del 1999. L’importante anniversario sarà ricordato il 5 ottobre nella chiesa del convento dei cappuccini, in viale fra Ignazio, con un tempo di adorazione (ore 17) e una solenne celebrazione (ore 18), presiedute da fra Ignazio Melis, vice postulatore della causa di canonizzazione. Come un quarto di secolo fa, la beatificazione anche questo anniversario avviene in una cornice ecclesiale di grande significato: la chiusura della seconda sessione del sinodo universale, il cammino sinodale in corso di svolgimento nella Chiesa italiana, l’imminente inaugurazione del Giubileo del 2025, la conclusione dell’anno 2024, della grande «sinfonia di preghiera», voluto da papa Francesco «per recuperare il desiderio di stare alla presenza del Signore, ascoltarlo e adorarlo».

A questi appuntamenti ci si può anche oggi prepara-re – come scriveva l’Osservatore Romano nel 1999 – «con lo stile di vita di religioso questuante e di un uomo chiamato “frate Silenzio”». Erano le 10.26 di domenica 3 ottobre quando Giovanni Paolo II pronunciava solennemente la formula di beatificazione. « Noi, accogliendo il desiderio dei nostri fratelli [nomi dei 5 arcivescovi proponenti i nuovi beati compagni di fra Nicola] e Ottorino Pietro Alberti, arcivescovo di Cagliari, e di molti altri fratelli nell’episcopato e di molti fedeli, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle cause dei Santi, con la nostra Autorità Apostolica concediamo che i venerabili servi di Dio siano chiamati beati e ch si possa celebrare la loro festa nei luoghi e secondo le regole stabilite dal diritto». Da quel 3 ottobre soprattutto tra i sardi, ma non solo, è nato il desiderio della canonizzazione del beato di Gesturi. «La Chiesa deciderà al momento opportuno – dice fra Ignazio Melis, vice postulatore – a noi l’impegno della preghiera, come facciamo mensilmente e ripeteremo il 5 ottobre prossimo».

Mario Girau

Kalaritana – Avvenire di domenica 29 settembre 2024

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