Visita «ad limina»: in dialogo con Francesco
Conclusa in Vaticano la settimana di incontri dei Vescovi della Sardegna
Visita «ad limina»: in dialogo con Francesco
Un colloquio cordiale, di oltre un’ora e mezzo, nel quale ciascuno dei presuli dell’Isola ha potuto illustrare la vita della propria Chiesa, con criticità e punti di forza che caratterizzano la vita diocesana.
È quello che c’è stato tra papa Francesco e i Vescovi della Sardegna, in occasione della visita «ad limina apostolorum».
Un faccia a faccia costruttivo, fatto di reciproco ascolto, tanto da essere definito quasi sinodale dal Presidente della Ces, monsignor Antonello Mura, che ha parlato di una bellissima esperienza di ascolto e di dialogo, nel corso della quale sono stati affrontati temi ecclesiali, dalla trasmissione della fede in Sardegna alla vicinanza ai sacerdoti, fino all’attenzione alla pietà popolare.
Non sono mancati poi i temi legati alla vita sociale, quali il lavoro, l’abbandono scolastico, la natalità e lo spopolamento.
In quei novanta minuti Francesco ha dato un indirizzo ai Vescovi della Sardegna: non aver paura «delle sfide della modernità, dei problemi sociali e politici che incontriamo – ha dichiarato monsignor Baturi, vice presidente della CES – perché il nostro popolo ha una grande storia di fede, di cultura, di tenacia, di laboriosità, che, se lo vogliamo, ci permetterà di affrontare tutto con creatività, lungimiranza e speranza».
Un’indicazione chiara quella del Pontefice, il quale non manca occasione per ricordare a tutti come quella della speranza sia la vera strada da ricercare.
Nel dialogo tra i Vescovi e il Papa c’è stato spazio ai problemi della trasmissione della fede e l’attenzione alla vita dei sacerdoti, questi ultimi in prima linea accanto alle persone nelle comunità loro affidate.
Non è mancato l’accenno ad un tema delicato e atteso dai sardi, l’unione delle diocesi, che nell’Isola vede già due esperienze: quella di Ales-Terralba e Oristano da un lato e quella di Nuoro e Lanusei dall’altra.
Di questo si è parlato nell’incontro di lunedì e, come ha detto monsignor Antonio Mura, «era impossibile non parlarne, visto che due di noi vivono l’unità di due diocesi.
Il Papa è stato in dialogo con noi anche su questo tema.
Credo che la verifica di come stiano andando questi esperimenti arriverà al termine delle visite «ad limina» di tutti i Vescovi italiani, entro maggio».
La settimana che si chiude resterà di certo nella vita della Chiesa sarda, chiamata a rispondere alle sfide di tempi non facili, impegnata nel cammino sinodale, che culminerà a settembre con un incontro regionale, nel quale tutte le istanze maturate nelle diverse comunità verranno condivise come lavoro comune.
Il percorso è tracciato: una Chiesa sarda che cammina al fianco della gente, che prova a dare risposte alle tante domande di senso della vita dei fedeli, animati da buona volontà.
Gli incontri nei diversi dicasteri vaticani hanno avuto la capacità di portare al centro ciò che caratterizza la vita di periferia.
È in questo costante dialogo che si comprende come interviene la Chiesa «particolare» sui nodi maggiormente problematici dal punto di vista pastorale, sociale e culturale: le visite «ad limina», come recita il Direttorio della Congregazione dei vescovi, non sono semplici atti giuridico-amministrativi, consistenti nell’assolvimento di un obbligo rituale, protocollare e giuridico».
Esse portano un «arricchimento di esperienze» al ministero del Papa e al suo «servizio di illuminare i gravi problemi della Chiesa e del mondo», diversi a seconda dei «luoghi, dei tempi e delle culture»
Roberto Comparetti
Visita «ad limina»: in dialogo con Francesco.
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