Maria e il Mistero dell’Incarnazione
L’omelia di mons. Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales – Terralba a S. Maria Maggiore
Maria e il Mistero dell’Incarnazione.
Pubblichiamo il testo dell’omelia pronunciata da monsignor Roberto Carboni, Arcivescovo di Oristano e Vescovo di Ales-Terralba, in occasione della concelebrazione eucaristica, nella basilica di Santa Maria Maggiore, con i Vescovi dell’Isola, impegnati nella visita «ad limina».
Siamo pellegrini sulle tombe di Pietro e di Paolo, per venerare le loro reliquie e per far memoria del loro martirio.
Abbiamo presentato il cammino della Chiesa di Sardegna, delle nostre Chiese diocesane al Vescovo di Roma, per ricevere da lui incoraggiamento e conferma nella fede.
In questo nostro camminare non poteva mancare oggi l’incontro con la Madre del Signore. Lei che è stata, fin dall’inizio, vicina a suo Figlio, che ha seguito i passi del gruppo dei discepoli della Chiesa nascente.
Siamo qui, ancora una volta, per ascoltare da lei quella Parola che risuona nei secoli e che ripete ad ogni pellegrino, ad ogni Chiesa, ad ogni vescovo, ad ogni sacerdote.
La dice a suo Figlio, prima di tutto per ricordarci la nostra povertà: «Non hanno più vino».
Ognuno di noi può mettere queste parole nelle situazione che vive: non hanno più vocazioni, non hanno più fedeli, non hanno, forse, più energia, non hanno più amore, desiderio…
Tante povertà che ciascuno vive, sia personalmente che nella propria Chiesa.
A queste parole di Maria si aggiungono anche le altre che ha detto: «Fate quello che vi dirà».
Non è solo constatare la povertà, che pure riconosciamo tutti quanti, ma al tempo stesso è offrire una soluzione, un cammino che ci aiuti: «Fate quello che Egli vi dirà».
Quello che ci dice il Signore c’è lo ripete sempre nel Vangelo. Prima di tutto ascoltandolo, nel nutrici della Sua Parola, nel prendere lo stile che Lui ci ha lasciato, quello della fiducia nel Padre, della carità tra di noi, della fraternità e anche quello di accogliere la croce che, talvolta, arriva inaspettata.
È l’unico modo però per poterlo seguire da vicino.
Ecco il ruolo della Madre del Signore, che ha anche nella Chiesa, come ci ricorda la «Lumen gentium». Senza togliere nulla a suo Figlio, è lei che media, che parla, che ci accompagna.
Come sapete questa basilica antica, ha per tradizione la venerazione al presepe, nel quale è stato deposto Gesù.
Quello che ci viene ricordato è il Mistero dell’Incarnazione, mistero di povertà, di carità, mistero nel quale Dio si fa prossimo e, come ci dice Paolo, «pur essendo di natura divina si spogliò per farsi vicino a noi».
Chiediamo alla Madre del Signore che sia lei ad aiutarci, ad ascoltare, ad intercedere, a prendere in mano le nostre povertà per trasformarle, con l’aiuto del suo Figlio, in ricchezze e possibilità.
Roberto Carboni – Arcivescovo
Maria e il Mistero dell’Incarnazione.
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