Ricominciare grazie all’amore di Dio
La storia di chi dopo anni di dipendenze ha una nuova vita, grazie alla Caritas
Ricominciare grazie all’amore di Dio.
Un passato difficile e un futuro tutto da ricostruire, in cui grazie alla Caritas sta riacquistando la fede e la speranza.
Liberato (nome di fantasia), 51 anni, ogni pomeriggio lo passa nella parrocchia di Sant’Eulalia, a Cagliari: lì sistema le piante, fa qualche lavoro di manutenzione, oltre ad animare le messe con i canti e la lettura delle preghiere.
«Qui sto bene, mi sento a casa. Non penso a ciò che non ho fatto, alle relazioni perse. Sto facendo cose utili, belle. Oggi mi accorgo di essere stato salvato da Dio tante volte. Mi sento amato da lui e anche gli altri mi vogliono bene».
Tanti gli errori che hanno segnato la sua vita, tra dipendenze, sofferenze personali e problemi con la giustizia, nonostante una famiglia alle spalle che, nel corso del tempo, ha cercato di non fargli mancare nulla.
Fin da bambino ha un temperamento non facile, introverso, riflessivo e al tempo stesso desideroso di apprendere, sempre alla ricerca di cose nuove.
Dopo aver interrotto la scuola, inizia a fare un uso sbagliato del suo tempo libero, spesso circondato da cattivi esempi.
Le prime esperienze con le sostanze arrivano da adolescente, poi la dipendenza e le droghe pesanti. I periodi di risalita – in cui i genitori lo riaccolgono a casa e grazie al padre inizia a lavorare – si alternano alle ricadute.
Così per tanti anni, fino al 2012 quando la famiglia lo manda via definitivamente.
Dopo notti trascorse in strada, conosce un ospite della mensa Caritas che gli parla di questa realtà: così anche lui decide di chiedere aiuto.
Finalmente ha un tetto e pasti caldi, accolto nei centri di accoglienza.
«Grazie alla Caritas ho trovato una nuova casa, una nuova famiglia. Ho conosciuto persone pronte ad ascoltarmi, a darmi attenzione. Sono grato perché mi sento apprezzato, coinvolto».
Qualche anno fa, l’ennesimo problema giudiziario, ma anziché il carcere c’è la possibilità di scontare la pena fuori dalle mura detentive. Così inizia una frequentazione più assidua della parrocchia di Sant’Eulalia.
«Don Marco (Lai, parroco e direttore Caritas, ndr) ha una grande personalità, riesce a capire chi ha vicino: mi sento compreso nelle mie necessità, materiali e spirituali. Qui ho trovato una serenità interiore, mi sento utile alla comunità. Qui prego, ogni volta che sento la messa sembra fatta apposta per me. Come dice Gesù nel Vangelo di Matteo “Il mio giogo è dolce, il mio peso è leggero”. Per me è un piacere servire la Chiesa, per i suoi insegnamenti, per la bontà delle persone. Sono sempre entrato nelle Chiese, lì mi sono sempre sentito a casa, ma mi ero allontanato dalla fede. Oggi l’ho ritrovata. Sentirmi amato da Dio è l’unico barlume di luce».
Maria Chiara Cugusi
Ricominciare grazie all’amore di Dio.
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