Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo
XII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto.
Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo?
Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro.
Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.
Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».
Da questo numero sarà don Walter Onano, parroco di San Giovanni Battista De La Salle a Monserrato, a commentare il Vangelo.
Grazie a suor Rita Lai per il servizio reso in queste settimane.
Commento a cura di Walter Onano
In questa domenica e nella prossima proclameremo parte di quel discorso di Gesù conservatoci dal Primo Vangelo definito «missionario» o «apostolico».
È il secondo lungo discorso del Vangelo di Matteo: inizia con la chiamata e l’invio dei dodici e si conclude con quella formula tipica che in Matteo troviamo sempre a conclusione di ogni discorso di Gesù: «Quando Gesù ebbe terminato di…».
Il segmento di oggi del discorso missionario riguarda due aspetti della missione: la paura nella persecuzione (10,26-31) e il riconoscere o rinnegare Gesù (32-33).
Gli apostoli inviati ad annunciare il Vangelo, è la parte conclusiva del discorso missionario.
Gesù incoraggia i suoi affinché diventino come Lui, affinché abbiano il coraggio di dire «nella luce» la verità del messaggio di Dio, sapendo che nessuno sarà mai abbandonato dal Padre che veglia sui suoi figli, li conosce, li ama, li protegge e non permetterà che la loro anima si perda.
Chi rimane saldo nella fede non può temere il male, Dio è al nostro fianco, soprattutto nelle difficoltà.
La forza del discepolo non è nelle proprie capacità, ma nella continua protezione del Padre.
L’insistenza di Gesù a non aver paura va di pari passo con l’urgenza della predicazione evangelica: la missione, per i discepoli non è un’aggiunta, ma è l’essenza stessa della loro vita.
Il Vangelo, infatti, non può essere taciuto, non può restare nascosto, e neppure può essere riservato ad un gruppo ristretto. È una Parola che dev’essere comunicata a tutti.
Nel Vangelo c’è qualcosa di scomodo e di pericoloso.
Quando il messaggio viene addomesticato, diventa innocuo e non serve a nulla.
Di più: se la Parola di Gesù non viene gridata dai tetti, e non è detta apertamente, nella luce, non è efficace.
Si può allora vedere, in queste parole, anche la persona stessa di Gesù, e anche il modo in cui Egli si è inteso come Messia.
Gesù non ha mai avuto paura di dire le cose chiaramente, anche quando questo avrebbe potuto nuocergli.
Guai a noi se ritenessimo che le parole del Vangelo sono qualcosa di esoterico, un messaggio riservato a pochi iniziati che soli possono comprenderle e viverle: come Gesù ha parlato apertamente, anche la Chiesa ha il dovere di non tacere.
Può anche mancare il coraggio della testimonianza, come è già accaduto nella storia della Chiesa. Rinnegare Gesù, non riconoscersi più in Lui e in quello che ha fatto, abbandonarlo, è spesso la soluzione più facile, un rischio per ogni cristiano, lo stesso che anche Pietro ha affrontato, fallendo.
Gesù stesso è al centro del messaggio del Regno dei Cieli, quello che gli apostoli devono annunciare. La relazione con quel Dio che viene annunciato è possibile solo attraverso Gesù. Come ieri, così oggi. Anche se portare testimonianza delle parole di Gesù nel mondo è, sempre più, un cammino solitario e pieno di ostacoli.
La materialità che pervade ogni aspetto della vita umana, ogni pensiero, ogni gesto, ogni piega della quotidianità, non ci permette di guardare oltre la semplice dimensione terrena.
Ciò che non è dimostrabile scientificamente, sembra dire questo nostro tempo, non esiste, non ha senso, non è reale.
Eppure, niente è più reale e vero dell’amore di Dio!
Di fronte all’immortalità della nostra anima, quale altra cosa può avere più valore?
Cari amici, dal brano odierno ci viene un invito: dobbiamo riscoprire il nostro rapporto con Dio, la nostra appartenenza a Lui e non a questa terra, questo solo ci potrà spingere ad essere testimoni della verità.
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
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