«Vegliate per essere pronti al suo arrivo», disse Gesù

I Domenica del Tempo di Avvento (Anno A)

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.

Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo.

Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato.

Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.

Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».

(Mt 24, 37-44)

Commento a cura di Enrico Murgia

Inizia il tempo forte dell’Avvento, il nuovo anno liturgico che «senza fretta e senza sosta», direbbe il nostro Arcivescovo prepara il cuore al Natale.

Un nuovo inizio che segna la natura del cristiano: rinascere, continuamente. La speranza è ciò che il cuore desidera ravvivare e rafforzare sapendo non tanto quale sia la meta, ma chi sia la meta.

La Parola ci aiuta.

Solo vivendo con la consapevolezza di non essere eterni su questa terra potremo essere pronti al ritorno di Gesù. 

«Vegliate per essere pronti».

Avvento dunque, come tempo particolare di presa di coscienza del fatto che non siamo eterni, ma soprattutto del fatto che Gesù ritornerà e sarà la fine di questa storia, di questa vita, per una vita diversa che oggi non mi è dato sapere.

«Vegliate per essere pronti».

La consapevolezza ci dona una prospettiva, ci dice che c’è un progetto per ciascuno di noi e per l’umanità, che ogni giorno si realizza e ci avvicina al compimento. 

Ma è proprio l’ignoranza del quando che ci rende liberi, capaci di stupirci, attenti alle novità, capaci di valorizzare il presente e gioire di ogni attimo.

L’esempio del padrone di casa alle prese con il ladro serve a spiegare l’invito: «Vegliate dunque»; si deve vivere apparentemente come se «non» dovesse accadere niente, ma con la coscienza «sveglia» come per attendere qualcuno. Essere attesi o coinvolti in un evento che sta per giungere. 

Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro (1Ts 5,4).

Non salva aver paura del futuro (del ladro che sopraggiunge), neppure escogitare sistemi di allarme né inferiate e muri, ciò che deve essere sarà comunque. 

Non lasciare che gli eventi si impossessino di noi subendo l’inevitabile, quanto piuttosto avere l’attenzione necessaria per comprendere il tempo che viviamo. 

Sono troppi coloro che pretenderebbero di dominare l’uomo facendo leva sulle paure e sulle incertezze; per questo tra gli insegnamenti dell’Avvento uno primeggia: non permettere che sia l’emotività a motivare le scelte ma avere l’intelligenza e il pensiero sulla storia del nostro tempo.

Riprendendo Sant’Agostino, il futuro è già nel presente e si prepara nell’oggi.

Ah, io vorrei sapere tutto il futuro.

«Vegliate per essere pronti».

Mi rivolgo magari ai cartomanti, apro i giornali per andare alla pagina degli oroscopi – toro, leone, scorpione, acquario – eppure Gesù Cristo ha predetto il futuro, che è nelle mani di Dio, per avvisarmi, per far sì che io sia pronto.

Volutamente però, non ci ha detto né il giorno e né l’ora:  perché lo sa solo Dio Padre e perché dobbiamo essere sempre pronti.

Non vogliamo agire come i topi, che quando il gatto non c’è si mettono a ballare, poi il gatto torna improvvisamente e se li mangia. 

Esser pronti vale più di sapere il giorno e l’ora: essere pronti sempre. 

Anche nella vita ordinaria.

Anche mentre fai la spesa, lavi i piatti, prepari il tuo lavoro, ti metti a studiare, ripari la tua auto, sei con gli amici davanti a un bicchiere di birra, stai festeggiando con i tuoi parenti, o sei afflitto perché hai saputo che quell’amico non ce l’ha fatta.

Essere pronti sempre, sapendo che Gesù non ha mai preso in giro nessuno, e se siamo pronti, siamo sereni, tranquilli e pieni di gioia.

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