Signore ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno
Solennità di Cristo Re dell’Universo (Anno C)
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!».
L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».
Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Commento a cura di Enrico Murgia
Oggi la Chiesa proclama Gesù Re.
Dentro questa Solennità, la Giornata Mondiale della Gioventù a livello diocesano. In questa occasione, proprio papa Francesco, invitava i giovani a lasciarsi disarmare dall’amore esagerato del Signore.
«Attira la libertà di Gesù! Lasciamo che ci vibri dentro, che ci scuota, che susciti in noi il coraggio della verità». +
Lo accetto questo re per la mia vita?
Nel Vangelo vediamo che per tre volte gli viene chiesto di scendere dalla croce; cioè di salvare se stesso, di essere forte, per dimostrare che può salvare anche me dalla morte.
È questo che voglio, un Dio che mi eviti la morte?
Dio ci ha creati, ci conosce bene, conosce i nostri bisogni e presumo sia più intelligente di me, eppure ha deciso diversamente. Ha deciso di non risparmiarci la morte, ma la morte eterna.
Ci vuole bene e desidera stare con noi, accompagnandoci in questa vita fino e oltre la morte.
Un esempio lo vediamo nel racconto della crocifissione.
Gesù sta in mezzo a due condannati.
Uno lo aiuta lasciandosi insultare, permettendogli di trattarlo male, come faccio io quando ho bisogno di una cavia sul quale scaricare il mio malessere, accusando, deridendo, insultando il povero Cristo di turno per scaricargli addosso il mio malessere.
L’altro riesce addirittura ad aprirlo ad una speranza per un futuro, e gli promette la vita eterna subito.
Signore ricordarti di me.
Gesù ci rivela un Dio che serve la nostra vita e c’invita a regnare con Lui servendo e amando questa sua creazione e le sue creature.
Esiste forse un progetto migliore di questo?
È il Papa, da buon Gesuita a favorire la nostra immedesimazione nella scena paradossale che esalta Gesù Re.
«Possiamo chiederci: se fossi qui, ora, davanti a Gesù, a guardarlo negli occhi, di che cosa mi vergognerei?
Davanti alla verità di Gesù, alla verità che è Gesù, quali sono le mie falsità che non stanno in piedi, le mie doppiezze che a Lui non piacciono?
Ognuno di noi ne ha.
Cercarle, cercarle.
Signore ricordarti di me.
Tutti ne abbiamo di queste doppiezze, di questi compromessi, di questo “aggiustare le cose” perché la croce si allontani.
Ci serve metterci davanti a Gesù per fare la verità in noi.
Ci serve adorarlo per essere liberi dentro, per fare luce sulla vita e non lasciarci ingannare dalle mode del momento, dai fuochi d’artificio del consumismo che abbaglia e paralizza.
Amici, non siamo qui per farci incantare dalle sirene del mondo, ma per prendere in mano la nostra vita, per “mordere la vita”, per viverla pienamente!»
Desideriamo insieme, in questa stagione di Chiesa in cui la sinodalità mette in discussione tanto del nostro modo di essere e di fare, lasciarci raggiungere dalla Grazia di Dio Re che usa la misericordia chiamandoci a collaborare per l’edificazione del Suo Regno.
Signore ricordarti di me.
Testimoniamo il Vangelo che è Gesù stesso, grati perché di giorno in giorno perderemo potere sulla nostra vecchia vita per essere trasfigurati in figli amati e prediletti.
Perciò contenti quando le cose non vanno come pensa Lui. Quelle parole sono per noi: «in verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
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